Negli ultimi anni, il mondo sta attraversando una nuova e emozionante rivoluzione verde. Infatti, grazie alla sensibilizzazione, da parte degli studiosi e dei ricercatori, su argomenti come l’inquinamento, la deforestazione e il rinnovato interesse da parte dei politici verso tali argomenti, il desiderio di diminuire la nostra importa sta diventando sempre più diffuso.

È possibile, infatti, poter vedere attorno a noi una sempre maggiore crescita di associazioni e iniziative, con lo scopo di poter promuovere un futuro più verde e ecologico. Le iniziative sono diventate sempre di più: dalla ricerca di materie prime più ecologicamente sostenibili rispetto alla plastica, dalla creazione di metodi di agricoltura e allevamento meno invasivi, fino al ri disegnamento delle città per diminuire l’inquinamento.

Allo stesso modo, anche la moda è restata al passo con i tempi, cercando di rinnovare le sue vesti e diventare più ecologicamente sostenibile. Questo grande processo comprende diversi passaggi: dalla scoperta dei danni del fast fashion alla creazione di una moda circolare e sostenibile. Uno dei passaggi più fondamentali per questo processo è l’utilizzo di materie prime, che possano essere più ecologicamente sostenibili e di buona qualità. Ed è proprio in questa piccola ricerca per un futuro del verde, che la canapa da tessuto torna in auge.

Canapa da tessuto: la nascita e la storia dell’oro verde

Il tessuto canapa, così come si può dedurre dal nome, è un tessuto completamente naturale, composto al 100% da fibre della pianta di canapa. La pianta è nota anche come canapa industriale e ha una lunga storia di utilizzo nella produzione tessile. Un tempo il tessuto di canapa era un tipo di tessuto molto comune, ma la sua popolarità è diminuita a metà del XX secolo, a causa dell'avvenimento delle fibre sintetiche e proibizionismo mondiale, che soltanto di recente è stato alleggerito.

Viene prodotta, in particolare, dalla pianta Cannabis Sativa, della famiglia delle Cannabacee, una pianta utilizzata per una grandissima varietà di scopi, come ad esempio la produzione della carta. Il tessuto canapa viene considerato, assieme al lino e al cotone, uno dei tre tessuti completamente vegetali, creati dall’essere umano. Il tessuto di canapa ha una durata di vita molto più breve rispetto alle fibre sintetiche, quindi può essere riciclata più facilmente. Di conseguenza, il tessuto di canapa sta diventando una scelta sempre più popolare per i marchi di moda eco-consapevoli.

Essa viene considerata una fibra tessile ecologica per tantissimi tipi di motivi. Prima di tutto, è importante sottolineare la semplicità e la sostenibilità della coltura della canapa. Infatti, la canapa è un tipo di pianta che può essere coltivata in qualsiasi tipo di terreno, in quanto si adatta a qualsiasi tipo di clima e condizioni del terreno. Essa può essere coltivata anche seguendo il metodo della coltivazione a fitto, dove si possono coltivare più livelli di piante di canapa, grazie alla creazione di steli più sottili.

Infine, bisogna ricordare come la canapa non necessiti di alcun tipo di fertilizzante o pesticida per la crescita, rendendola estremamente ecosostenibile, e può essere sfruttata in quasi tutte le sue parti per numerosi scopi, diminuendo così lo spreco. Insomma, rappresenta realmente una scoperta eccezionale, nel campo della moda ecosostenibile. Dopo essere stata colta, la canapa dev’essere semplicemente sottoposta a dei processi di lavorazione, per purificare la pianta dalle parti più legnose: la macerazione, la gramolatura e la pettinatura.

La coltivazione della canapa: l’arma segreta del Made in Italy

Anche se sono in pochi a saperlo, il tessuto da canapa è una delle armi segrete dell’economia italiana e rappresenta una fase molto importante della storia della moda italiana. Infatti, il forte legame che lega questo tessuto e l’Italia ha origini molto lontane, che ci portano agli inizi degli anni Trenta. Ai tempi, l’Italia svettava in tutto il globo come secondo produttore mondiale di Cannabis Sativa, ovvero di canapa, con più 85 mila ettari di coltivazioni, superate soltanto dalla Russia.

Il nostro primato cominciò a vacillare qualche decennio dopo, durante gli anni Cinquanta, a causa della crescita sempre maggiore di fibre tessili sintetiche e proibizionismo mondiale di tutta la pianta della canapa (ne abbiamo parlato nel dettaglio qui). Durante il proibizionismo, durato più di cinquantina anni, l'Italia ha perso il suo primato mondiale, rimanendo però fedele ai metodi tradizionali e cercando di salvaguardare il più possibile la preziosa conoscenza della tessitura. Soprattutto negli ultimi anni, ci sono stati numerosi tentativi, da parte dell’Italia, di tornare ai vecchi primati con l’esportazione e utilizzo di canapa.

Uno dei primi a sperimentare con la canapa, alla fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila fu uno dei stilisti più famosi del mondo, Giorgio Armani. Infatti il Canapaitalia, affiancato da Linificio e Canapificio Nazionale e dal famoso Giorgio Armani, decise di ripiantare una delle varietà di canapa autorizzate legalmente dallo stato, ovvero la Fibranova (maggiori info qui). Lo stilista decise di promuovere l’iniziativa, sviluppando il primo jeans interamente in canapa. Inoltre, decise di promuovere la canapa anche nell’alta moda, donando al Maestro Claudio Abbado un frac di canapa. Nonostante i loro sforzi, purtroppo la canapa non riuscì a ottenere il successo sperato, fino ai giorni nostri.

Tessuto di canapa: perché rappresenta il futuro della moda

Finalmente, i tempi sembrano maturi per il ritorno della canapa nel settore della moda. Infatti, il tessuto in canapa potrebbe essere la scelta più giusta, sia economicamente che ecologicamente, per lo sviluppo della moda dei prossimi anni. In particolare, con il crescente bisogno di compiere dei passi avanti verso lo sviluppo di una moda più sostenibile, la canapa rappresenta il materiale che può dare una nuova possibilità al mondo della moda e, allo stesso tempo, salvare il nostro mondo dalla crisi climatica.

La canapa, infatti, è una pianta che non richiede alcun tipo di fertilizzante e pesticida per la sua crescita. Di conseguenza, la sua coltivazione, anche in quantità più elevate, non richiederà l’utilizzo di sostanze chimiche e potenzialmente tossiche, che potranno danneggiare l’ambiente. Questa pianta, inoltre, possiede anche una caratteristica molto interessante: è un tipo di coltivazione annuale che assorbe quasi quattro volte la quantità di CO2 media che viene tolta normalmente dagli alberi dall’atmosfera.

Questo porta la canapa ad avere un impatto ambientale sul nostro pianeta minore, rispetto ad altre piante più inquinanti, come ad esempio il cotone. Inoltre, può essere coltivata in grandi quantità in un pezzo di terreno estremamente piccolo, grazie alla leggerezza del suo stelo, occupando, di conseguenza, meno terra fertile possibile.

Referenze e approfondimenti

[1] Vesti la natura

[2] Altra Moda

[3] https://www.ideegreen.it/foresta-boreale-si-sta-spostando-causa-cambiamenti-climatici-144986.html

[4] https://www.fanpage.it/attualita/canapa-tessile-made-in-italy-il-ritorno-delloro-verde-e-vicino/

[5] https://www.repubblica.it/green-and-blue/2021/03/04/news/il_ritorno_della_canapa-290134341/

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