Grazie alla rivoluzione della moda sostenibile, materiali di impiego di abbigliamento alternativi, come la canapa stessa, cominciano a riscuotere sempre più successo. Infatti, sono tanti i brand, dai più piccoli alle grandi catene, sono sempre più curiosi di provare a realizzare capi, creati da questo incredibile tessuto. Nonostante questa nuova fama acquistata dalla canapa, sappiamo che questo materiale ha una lunghissima storia dietro di sé, con delle radici molto antiche che ci riportano alle antiche tradizioni popolari dei nostri avi.
Per fortuna, queste grandi fonti storiche sulla storia della canapa e della nostra storia popolare non sono andate perse, bensì sono state raccolte da tantissimi volontari, che ne fanno costantemente tesoro. Grazie al loro impegno, è possibile poter imparare la fantastica storia della canapa in luoghi speciali, come il Museo della Canapa, un Ecomuseo della Dorsale Appenninica Umbra, che fa parte dei 30 Musei tematici dedicati al tema del tessile ed all'arte della tessitura nella Valnerina (Umbria).
Il Museo della Canapa: onorare il passato per costruire il futuro
Il Museo della Canapa ha sede proprio nel cuore del territorio italiano: infatti, possiamo trovarlo in un paesino, chiamato "Sant’Anatolia di Narco’", in provincia di Perugia, nel cuore dell’Appennino. In particolare, il Museo è situato in una delle piazze principali del centro storico della cittadina, nello sfarzoso palazzo cinquecentesco che ospita anche il Comune. In particolare, il Museo della Canapa costituisce una delle sezioni di un’organizzazione più grande, l’Ecomuseo della Dorsale Appenninica Umbra.
L’Ecomuseo è una delle realtà più importanti del territorio, diffuso in tutto il territorio della Valnerina e ha uno scopo più che nobile: quello di promuovere il patrimonio culturale locale, preservare le tradizioni del luogo e, in particolar modo, i mestieri tradizionali del luogo. L’Ecomuseo è composto da numerose sezioni diverse, dalla canapa e la tessitura, fino alla norcineria, il tartufo e la scuola chirurgica, che aiutano, attraverso l’utilizzo di mostre museali e piccoli laboratori artigianali, a mantenere viva la cultura locale.
Ma la sezione più importante e rinomata è certamente il Museo della Canapa, che raccoglie ogni anno tanti turisti e appassionati della cultura della tessitura, che qui in territorio perugino è sempre più forte. Il Museo della Canapa, che aderisce anche al programma "Sistema museale regionale - salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali connessi’" è solo uno dei tanti punti interconnessi fra di loro che creano la trama della grande tradizione tessile umbra, che attraversa ogni epoca storica e territorio, per poter così tramandare gli antichi saperi alle nuove generazioni, per diventare così immortali.
Il progetto del Museo della Canapa è parte fondamentale anche di un bellissimo progetto, chiamato "Musei che hanno Stoffa", un progetto che ha l’obiettivo di valorizzare i musei locali, interessati al mondo delle stoffe, nato nel 2008 presso i Comuni di Spoleto e della stessa Sant’Anatolia di Narco, e promossi dalla Regione Umbria.
La storia della Canapa: come si è evoluta la tessitura di questo materiale
Il Museo della canapa accoglie in sé le testimonianze della ricca e variegata storia della canapa tessile, assieme a tutto il mondo della tessitura locale. Ma da dove ha origine questo fantastico tessuto e come si è espanso il suo utilizzo, nel territorio umbro? In realtà, la coltivazione e la tessitura della canapa cominciò a diffondersi in modo molto influenzale verso i primi anni del Novecento, presso tutto il territorio dell’Umbria, in particolare nella zona chiamata Valnerina. In questa fascia di terreno, costeggiata dal fiume Nera, venivano coltivate le cosiddette ‘Canapine’, ovvero strisce di terreno, dedicate principalmente alla coltivazione della canapa, vicino a cittadine come Gavelli, Monteleone di Spoleto e Castelluccio di Norcia.
Tuttavia, la coltivazione e il processo di lavorazione della canapa non era sempre uguale, anzi variava molto in base alla zona territoriale e all’influenza della tradizione. Infatti, da un borgo all’altro, potevano esserci diversi tipi di macerazione e essiccazione della pianta, prima di poterla lavorare e renderla il tessuto che tutti noi conosciamo. In particolare, in queste zone, per la lavorazione della canapa, si utilizzavano dei macchinari particolari, di stampo tradizionale, che grazie all’aiuto di figure specializzate, come canapari e funari, potevano essere utilizzati e portare alla luce i tessuti di canapa.
Gli utilizzi che venivano impiegati per i tessuti di canapa, ai tempi erano quasi infiniti: infatti, secondo la tradizione locale, la canapa veniva chiamata ironicamente "il maiale vegetale" in quanto, così come con la carne del maiale citato, nessuna parte della canapa veniva buttata via, inutilizzata, bensì tutto poteva avere il suo scopo. Dalle radici, fino ai semi, le fibre e tutto il resto, potevano essere impiegati in tantissimi metodi: per accendere il fuoco, per creare la fiamma, per la creazione di cordame, strumenti agricoli, da pesca, tessuti d’abbigliamento e tantissimo altro. Tutto il mondo contadino era circondato dalla canapa e veniva considerato come oro prezioso, da poter utilizzare a proprio piacimento e per qualsiasi utilizzo. In poche parole, la canapa rappresenta uno dei protagonisti più importanti della vita quotidiana locale, in quanto si è dimostrata parte integrante di ogni parte della cultura locale.
Il Museo della Canapa: come insegnare la storia
Il Museo della Canapa, grazie al suo scopo nobile e alla sua direzione gestionale ben precisa, è riuscita a sviluppare un buon metodo di esposizione e insegnamento della storia di questo fantastico tessuto che è la canapa, con tutte le sue tradizioni e sfumature storiche. Il Museo, in particolare, divide la sua struttura in due parti principali.
Percorso educativo e "Spinning Dolls" di Liliane Lijn
La prima sezione, quella più classicamente museale, è anche la più canonica: infatti, corrisponde a un percorso educativo, fra le sale del museo, in cui vengono mostrati manufatti e testimonianze tipiche della storia della canapa, sia per quanto riguarda la produzione casalinga, che quella più industriale.
Nelle diverse sale, che compongono la collezione del museo, i visitatori possono esplorare diversi tipi di strumenti e manufatti, che sono stati recuperati per sottolineare l’importanza della tradizione tessile in tutto il territorio circostante. Tali reperti sono stati reperiti in diverso modo, ma in particolare sono stati donati da diverse famiglie nelle vicinanze, esaltando l’aspetto intimo e famigliare che il museo tenta di mostrare attraverso il suo percorso museale.
Per ognuna delle testimonianze che sono presenti all’interno del Museo, viene spiegata la loro funzione, ma anche come sono nati e come si sono evoluti nel corso della storia. L’aspetto più interessante di questa esposizione è il seguente: affianco a ognuna di queste testimonianze, vi sono dei particolari metodi utilizzati, di tipo multisensoriale, che permettono ai visitatori di poter vivere a tutto tondo l’esperienza della tessitura artigianale della canapa. In particolare, vi è un’esposizione dal carattere speciale, chiamata "Spinning Dolls" creata da Liliane Lijn, un’artista inglese. Questa sua opera è un omaggio all’arte tutta femminile della tessitura, in cui vengono ripresi e celebrati i gesti e le tradizioni della cultura tessile, collegandoli, allo stesso momento, a passato, presente e futuro.
Laboratori di tessitura ed Etno-grafie
Infine, vi è un’altra sezione altamente importante del Museo che, ne rappresenta una delle sue punte di diamante: i Laboratori di Tessitura, grazie al quale la struttura è riuscita a ottenere un marchio di qualità, il Green Heart Quality. Infatti, i Laboratori di Tessitura sono degli spazi altamente innovativi e sperimentali, all’interno del Museo, in cui sono stati allestiti dei laboratori che aiutano a trasmettere alle nuove generazioni i segreti della tessitura locale. Grazie a questi strumenti estremamente utili, il Museo riesce a organizzare innumerevoli occasioni per valorizzare il territorio e il legame delle nuove generazioni con le tradizioni della tessitura. Infatti, la struttura organizza dei percorsi didattici, in cui i ragazzi delle scuole medie e superiori possono imparare la storia della canapa tessile e sperimentare l’utilizzo del telaio e tutti i tessuti. Quest’esperienza dal carattere multisensoriale permette ai ragazzi di potersi immergere nella storia locale e imparare, attraverso diversi strumenti, ma soprattutto attraverso un approccio pratico e istantaneo.
In questo modo, i ragazzi capiranno l’importanza della manualità all’interno della tessitura e avranno modo divedere e testimoniare con mano l’esperienza tradizionale di questo particolare fulcro culturale. I ragazzi non solo potranno sperimentare da protagonisti questa esperienza, bensì potranno anche guardare con grande attenzione le testimonianze passate: infatti, parte del Museo e dei Laboratori di Tessitura, è anche l’esigenza di raccogliere le cosiddette "Etno-grafie". La direzione, infatti, si occupa anche di raccogliere storie e testimonianze di persone locali, che abbiano avuto esperienza o storie particolari, legate al mondo della tessitura o della canapa. In questo modo, persone comuni potranno condividere la loro esperienza più che vitale con le altre persone, non lasciandola andare persa, ma custodendo essa come il grandissimo tesoro che è.
Valorizzare le tradizioni per dare un futuro al presente
Questi e tanti altri sono i motivi per cui il Museo della Canapa rappresenta un’organizzazione territoriale più che valida, che merita di essere celebrata e festeggiata. Grazie a piccole ma preziose realtà come questo Museo, è possibile tener viva la cultura locale, attraverso la valorizzazione delle tradizioni e delle risorse locali. Soltanto attraverso la conservazione di questi ricordi collettivi della nostra terra, è possibile poter guardare al futuro con occhi nuovi e grande consapevolezza, creandoci nuovi percorsi da attraversare, per la creazione di un futuro migliore.
Approfondimenti:
[1] Museo della Canapa, Valnerina
Foto:
[F1] Nickolas Nikolic on Unsplash
[F2] Telaio antico, Copyright Museo della canapa
[F3] "Spinning Dolls", di Liliane Lijn, Copyright Museo della Canapa
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