Ungheria, una nazione ricca di storia e di cultura, è stata uno dei paesi più importanti dal punto di vista della produzione di canapa tessile. Infatti, questa pianta versatile ed ecologica fa parte della lunga tradizione ungara fin da quando era coltivata dai contadini locali per creare vestiti e medicinali. Tuttavia, con il passare del tempo e, soprattutto, dopo il proibizionismo imposto dal governo locale, la coltivazione della canapa ha subito una forte battuta d’arresto arrivando a quasi scomparire nel paese.

A cambiare le carte in tavola è il rinnovato interesse per la canapa che hanno avuto molti agricoltori e aziende locali. Dopo decenni di limitazioni legislative, lentamente la canapa comincia di nuovo ad essere coltivata offrirendo vantaggi interessanti, sia agli agricoltori che alle aziende locali. Di questo parleremo nell’articolo di oggi.

Tornando indietro: la storia della canapa tessile in Ungheria

La canapa è una delle culture più antiche e tradizionali in Ungheria. Secondo le ricerche condotte dagli archeologi, le prime piantagioni di canapa nel paese magiaro risalgono al I secolo a.C., prima dell’arrivo dei Romani. A coltivare le piante erano i contadini locali che sfruttavano le sue fibre per creare prevalentemente tessuti. È per questo che, nei costumi tradizionali locali, la canapa fa parte integrante del folklore che rappresenta l’identità storica delle sue popolazioni.

Foto di Lance Reis Pexels

Sono passati i secoli ma la canapa ha continuato ad essere una delle piante più coltivate nel paese. Il boom è arrivato nel XIX secolo quando le piantagioni erano arrivate ad avere un’estensione di 82.000 ettari. Poi negli anni 50’ e 60’ l’Ungheria era diventata una delle superpotenze produttrici di fibra di oro verde più famosa al mondo. Fabbriche, tessiture e filature lavoravano giorno e notte grazie alla materia prima che si coltivava su migliaia di ettari. Senza contare che, le varietà di canapa che furono brevettate dagli agricoltori ungari erano tra le più all’avanguardia in tutto il mondo. La prima varietà di canapa ungherese, creata con semi italiani, è stata riconosciuta ufficialmente nel 1923 con il nome F-hemp frutto del lavoro dell’Istituto di ricerca Kompolt. Questo seme è stato coltivato in terra ungara fino al 1954. Con il tempo e le innovazioni introdotte nel settore agricolo come il metodo Bredemann, le varietà di canapa si sono evolute permettendo di aumentare la resa della fibra per ettaro. L’incremento della resa del 25% ha permesso all’Ungheria, in pochi decenni, di posizionarsi come paese produttore leader nel mondo impulsando l’uso delle varietà locali anche all’estero.

Una delle principali zone dove la canapa era il principale motore produttivo era la contea di Csongrad, ovvero nella regione della Grande Pianura meridionale dove la lunga tradizione ha portato a che esistessero 23.000 ettari coltivati. Il prodotto finale che si otteneva dopo la raccolta, non solo si vendeva nel mercato interno ma veniva anche esportato all’estero. Il cliente più importante era il Kazakistan che utilizzava la canapa per proteggere il raccolto del grano dalle condizioni climatiche locali.

Tuttavia negli anni 90’, la canapa è stata proibita dal governo nazionale magiaro che ha aderito alla politica di proibizionismo proposta dagli Stati Uniti, nonostante l’Ungheria fosse uno dei paesi leader nel settore. Questa decisione del governo ha messo fine alla produzione della canapa nel paese, causando la perdita incolmabile degli anni di tradizioni. Infatti, dopo il crollo e la separazione dell’Unione Sovietica, tutta la rete e i canali commerciali sono cambiati riducendo, fino a far sparire completamente, l’esportazione del prodotto. Ciò che stupisce più di tutto è il fatto che l’Ungheria ha deciso di chiudere la propria industria produttiva di canapa proprio quando l’Europa occidentale ha incominciato ad aumentare la domanda di fibra, semi, baccelli e olio ottenuto dalla pianta di canapa.

L’orientazione politica e giuridica ungherese ha portato a che, nel 2010, sia praticamente scomparsa dal suolo nazionale qualsiasi piantagione di canapa con esclusione di alcune zone dove si è continuato a coltivare la varietà Kompolti brevettata da Ivan Bócsa, uno dei semi di oro verde più apprezzato e amato in tutto il mondo. A dimostrare l’abbondono totale del settore è il rilevamento geografico fatto da Bernhard nel 2010, proprietario dello stabilimento fabbricante di calze in canapa. Bernhard, dopo ore e ore di lavoro incessante ha scoperto che erano rimasti solo 3 ettari piantati con la canapa in tutto il paese.

Perché la canapa è stata ed è attualmente tanto importante per l’Ungheria?

Nel passato la canapa prodotta nel paese non veniva utilizzata, come si pensa nell’attualità, per produrre sostanze psicoattive. Questa fibra dalle proprietà uniche, si coltivava per produrre tessuti, vele e corde per due ragioni. Innanzitutto perché si tratta di una fibra resistente che difficilmente si usurava con il passare del tempo. Inoltre, già nei tempi antichi, la popolazione locale aveva capito che la canapa tessile era in grado di trattenere meglio l’acqua, specie se comparata con il lino, ed è per questo che il tessuto ricavato da questa pianta rustica veniva utilizzata per produrre corde e vele per le navi.

Ma non è finita qui. Infatti, nonostante la canapa sia stata coltivata principalmente per ricavare tessuti resistenti e durevoli, la pianta veniva destinata anche alla preparazione del cibo per gli animali mentre il seme veniva spremuto per ottenere olio e perfino burro di canapa. Risulta evidente, quindi, che la canapa è stata una risorsa multiuso estremamente versatile per l’Ungheria fin dai tempi antichi contribuendo sia all’approvvigionamento alimentare che all’industria tessile.

Ai giorni nostri, queste possibilità sono ancora più ampie per cui non deve sorprendere che la canapa sia diventata una materia prima molto versatile e di enorme utilità al centro di un processo di rivalorizzazione nel paese, come vedremo a continuazione.

La situazione attuale della canapa tessile

La prima grande sfida che limita ancora ai giorni nostri la produzione di canapa tessile in Ungheria, a parte la legislazione nazionale sfavorevole, è il fatto che molto spesso la raccolta viene ancora fatta a mano seguendo un procedimento laborioso e oltremodo lungo. Questa è una delle ragioni principali per cui non sono in molti ad essersi lanciati nel business della canapa.

In ogni caso, i produttori locali stanno iniziando un processo di modernizzazione e di meccanizzazione della raccolta per ottimizzare la produzione dando vita a progetti finanziati per riportare la canapa tessile al suo antico splendore.

Il progetto regionale di Csongrad

Come abbiamo accennato prima, la contea di Csongrad era il principale centro di coltivazione di canapa tessile in Ungheria. Oggi giorno, dopo decenni di proibizionismo, il programma regionale di Csongrad sta cercando di promuovere di nuovo la coltivazione della canapa nella zona ma non solo. L'obiettivo è poter espandere la zona di interesse anche nel settore più a ovest. È per questo che si è pianificato, con le fonti di finanziamento in arrivo, innovare l’impianto di produzione attuale e dare inizio a nuovi progetti di ricerca.

Allo stesso tempo, il programma vuole ampliare la quantità di terre destinate alla coltivazione della canapa creando anche nuovi posti di lavoro.

Azienda Max-Lindner Kft.

A credere nelle potenzialità della canapa è anche un’azienda localizzata di Nagykáta dove si è dato inizio alla produzione di calzini e calze autoreggenti. A portare avanti il progetto è la famiglia tedesca Lindner con a capo Bernhard Lindner che appartiene alla decima generazione della famiglia. La sua azienda Max-Lindner Kft. in Ungheria è stata fondata nel 1996 ma è a partire dal 1999 che lo stabilimento ha deciso di produrre autoreggenti e calze usando la canapa nonostante il lento declino a cui sembrava destinata l’industria tessile nazionale. In quei tempi, lo stabilimento contava con soli 30 operai e producevano calze il cui 80% si vendeva nel mercato locale.

Il panorama non molto allettante è cambiato nel 2004 quando si è firmata l’adesione all’UE che ha stimolato la libera circolazione delle merci. La svolta per la famiglia Lindner arriva poi nel 2008 quando lo stabilimento ha iniziato a collaborare con l’industria HungaroHemp di Nagylak. Dopo le difficoltà iniziali nel 2012 venne firmata la collaborazione con l’azienda tedesca HempAge-gel che ha portato i livelli di produzione di calze e autoreggenti dell’azienda Nagykáta a un nuovo livello.

Il futuro dello stabilimento, nell’attualità, sembra molto prospero e positivo. Ogni anno la produzione aumenta del 100% arrivando a creare 30.000 paia di calzini all’anno. Oltre alla piantagione di proprietà localizzata in Vésztá e alla fabbrica di maglieria in Nagykáta, Bernhard prevede aprire uno stabilimento di filatura e una tintoria per potere coprire tutto il processo di lavorazione della fibra della canapa, iniziando dalla coltivazione della materia prima alla lavorazione della stessa e produzione del prodotto finale.

Il caso di Vésztá

Per quanto riguarda Vésztá, città della contea di Békés, ha una popolazione di 7000 persone di cui 1.000 nel 2016 erano in cerca di lavoro. L’elevato livello di disoccupazione era fonte di preoccupazione per la comunità locale. Ma a dare una mano è stata la canapa la cui rivalorizzazione ha permesso di creare nuovi posti di lavoro negli stabilimenti locali che si dedicano sia alla coltivazione sia alla trasformazione della pianta in prodotti da destinare al mercato nazionale e all’esportazione.

Prospettive per il futuro

Il futuro della canapa in Ungheria è ancora tutto da definire. Il coordinatore del programma regionale di Csongrad ha sottolineato che l’impianto di produzione è stato innovato sia dal punto di vista tecnologico che dal punto di vista della meccanizzazione senza contare che si stanno finanziando nuovi progetti di ricerca che appuntano a migliorare la produzione. È proprio per questo che il programma regionale e altri progetti di rivalorizzazione della canapa in Ungheria vogliono unirsi ai progetti proposti dall’Unione Europea. La meta finale che si vuole raggiungere è di creare un’industria moderna innovando la produzione attuale che è ancora incipiente.

Ma non finisce qui. Il programma regionale ha come principale obbiettivo la semina della canapa in 2-300 ettari di terra, incrementando la quantità di appezzamenti destinati alla coltivazione dell’oro verde nei prossimi sette anni. Tutto ciò verrà portato avanti da un’organizzazione di coltivatori locali che si occuperà della semina e della raccolta della fibra. Nel piano di sviluppo si menziona anche il fatto che si sta cercando di incorporare negli impianti alcuni trasformatori secondari mentre, allo stesso tempo, si stima che si creeranno almeno 200 nuovi posti di lavoro.

Dal canto suo, appuntando al futuro, l’Istituto nazionale di ricerca strategica ha dato inizio a un programma di coltivazione della canapa industriale. Anche la contea di Békés ha deciso di dare un’opportunità alla canapa dando il via al progetto locale che dal 2016 è coordinato da Bernhard, proprietario dello stabilimento di Nagykáta menzionato prima. In pochi anni, il progetto è diventato il principale produttore dei semi usati in Ungheria. Bernhard stesso, guarda al futuro con ottimismo, considera che nei prossimi 2 o 3 anni potrebbero esserci degli importanti passi in avanti dal punto di vista tecnologico per la canapa tessile in Ungheria.

Fonti e approfondimenti:

[1] http://agromag.hu/termekfejlesztes/

[2] https://mondidicanapa.it/la-canapa-nella-legislazione-dellungheria/

[3] https://www.canapasociale.it/canapa-in-ungheria/

[4] https://www.dinafem.org/it/blog/marijuana-ungheria/

[5]   https://hvg.hu/kkv/20181123_Egy_Nagykatara_szakadt_nemet_aki_ujra_kendernagyhatalomma_tenne_Magyarorszagot

[6]  https://www.origo.hu/tafelspicc/20141118-feltamad-a-magyar-kender.html

[7] https://www.hellovidek.hu/gazdasag/2020/01/03/ez-most-komoly-a-kender-lehet-a-megoldas-a-munkanelkulisegre-bekesben

Foto:

[F1]: Foto di Richard Stachmann su Unsplash

[F2]: Foto di Lance Reis Pexels

[F3]: Foto di Hüsna Nur Ergin Pexels

Foto di Arina Krasnikova: https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-in-possesso-di-tessuto-marrone-e-bianco-5710040/

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